Il 9 gennaio 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che le autorità sanitarie cinesi hanno individuato un nuovo ceppo di coronavirus mai identificato prima nell'uomo, provvisoriamente chiamato 2019-nCoV e classificato in seguito ufficialmente con il nome di SARS-CoV-2. Il virus è associato ad un focolaio di casi di polmonite registrati a partire dal 31 dicembre 2019 nella città di Wuhan, nella Cina centrale. L’11 febbraio, l’OMS ha annunciato che la malattia respiratoria causata dal nuovo coronavirus è stata chiamata COVID-19 (Corona Virus Disease).
Che cosa sono i coronavirus?
I coronavirus (CoV) sono un’ampia famiglia di virus respiratori che possono causare malattie da lievi a moderate, dal comune raffreddore a sindromi respiratorie come MERS (sindrome respiratoria mediorientale, Middle East Respiratory Syndrome) e SARS (sindrome respiratoria acuta grave, Severe Acute Respiratory Syndrome). Sono chiamati così per le punte a forma di corona che sono presenti sulla loro superficie.2
I CoV sono comuni in molte specie animali (come cammelli e pipistrelli) ma in alcuni casi, se pur raramente, possono evolversi ed infettare l’uomo, per poi diffondersi nella popolazione. I CoV umani conosciuti ad oggi sono 7:
Coronavirus umani comuni: 229E (coronavirus alpha), NL63 (coronavirus alpha), OC43 (coronavirus beta), HKU1 (coronavirus beta)
Altri coronavirus umani: MERS-CoV (coronavirus beta che causa MERS), SARS-CoV (coronavirus beta che causa SARS), SARS-CoV-2 (coronavirus che causa COVID-19)2
II virus SARS-CoV-2 è un virus dotato di envelope, con una membrana esterna fragile. In generale, i virus con envelope sono meno stabili nell'ambiente e sono più sensibili agli ossidanti, come il cloro. lnoltre, calore, pH alto o basso, luce solare e disinfettanti comuni ne facilitano l'eliminazione.1
Come avviene la trasmissione?
Il contatto con i casi sintomatici è il motore principale della trasmissione di SARS-CoV-2
La trasmissione da uomo a uomo è confermata. Sulla base dei dati al momento disponibili, l'OMS ribadisce che il contatto con i casi sintomatici (persone che hanno contratto l'infezione ed hanno già manifestato i sintomi della malattia) è il motore principale della trasmissione di SARS-CoV-2. La via primaria di contagio sono le goccioline del respiro delle persone infette, ad es. tramite la saliva, tossendo e starnutendo, contatti diretti con le mani, ad es. toccando con le mani contaminate (non ancora lavate) bocca, naso o occhi, ed in rari casi il contagio può avvenire attraverso contaminazione fecale.1
Non è certo per quanta tempo SARS-CoV-2 sopravviva sulle superfici, ma sembra probabile che si comporti come altri coronavirus. Una recente revisione della sopravvivenza dei CoV umani sulle superfici ha evidenziato una grande variabilità, da 2 ore a 9 giorni. II tempo di sopravvivenza dipende da vari fattori, tra cui il tipo di superficie, la temperatura, l'umidita relativa. La stessa revisione ha anche scoperto che l'inattivazione efficace potrebbe essere raggiunta entro 1 minuto utilizzando disinfettanti comuni, come etanolo al 70% o ipoclorito di sodio.3,4
L'OMS è a conoscenza, inoltre, della possibile trasmissione del virus da persone infette, ma ancora asintomatiche. Infatti, sono stati descritti tali casi, anche se la loro frequenza non è ancora nota.5
In un piccolo studio condotto in donne al terzo trimestre di gravidanza, contagiate dal 2019-nCoV, non ci sono evidenze circa la trasmissione madre-figlio. II virus non è stato rilevato né nel liquido amniotico nè nel sangue neonatale prelevato dal cordone ombelicale.1
Quanto dura il periodo di incubazione?
Nel 97.5% dei casi i sintomi compaiano entro 11.5 giorni
I più recenti dati, derivanti da pazienti cinesi ospedalizzati per polmonite, indicano un periodo di incubazione medio di 4 giorni (range interquartile 2-7 giorni).6 Alcuni studi hanno stimato, tuttavia, un periodo più ampio, sulla base di dati provenienti da altri coronavirus (SARS-CoV e MERS-CoV), che suggeriscono un tempo di incubazione plausibile fra i 2 e i 14 giorni. Un recente studio suggerisce che nel 97.5% dei casi i sintomi compaiano entro 11.5 giorni.7
Quali sono i sintomi che si sviluppano?
La presentazione clinica risulta essere quanto mai eterogenea: circa l’80% dei pazienti mostra un quadro clinico lieve, il 15% sviluppa una forma grave (dispnea, tachipnea, P/F < 300, infiltrati polmonari bilaterali > 50%), mentre il restante 5% si presenta critico (insufficienza respiratoria grave, shock, Multi Organ Failure - MOF).8 Alcuni dati sembrano indicare un potenziale deterioramento clinico durante la seconda settimana di malattia; in uno studio, fra i pazienti con polmonite COVID-19, circa la metà sviluppava dispnea con una mediana di 8 giorni dopo l'insorgenza dei sintomi (range 5-13 giorni).9 In un altro articolo, il tempo medio dall'insorgenza dei sintomi all'ospedalizzazione per polmonite era di 9 giorni.10
Il sintomo in assoluto più frequente è rappresentato dalla febbre, che può essere assente nella metà circa dei pazienti al momento della prima osservazione, ma che si sviluppa in quasi il 90% dei casi durante l’ospedalizzazione. II decorso febbrile nei pazienti COVID-19 non è ancora ben compreso, ma sembra che possa essere continua o intermittente. Anche la tosse è spesso presente (67%), più frequentemente secca ma che può diventare produttiva in un terzo circa dei pazienti.6,8 Molto più raro è, invece, il coinvolgimento delle mucose nasali e congiuntivali (5% e 1% rispettivamente), come risultano infrequenti anche sintomi del tratto gastro-enterico (nausea e vomito 5%, diarrea 4%).6
II più frequente quadro clinico grave risulta essere la polmonite virale, caratterizzata da febbre, tosse, dispnea e quadro radiologico con infiltrati bilaterali
II più frequente quadro clinico grave risulta essere la polmonite virale, caratterizzata da febbre, tosse, dispnea e quadro radiologico con infiltrati bilaterali. Una sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) si manifesta nel 17-29% dei pazienti ospedalizzati, con un tempo di insorgenza dalla presentazione dei sintomi di circa 8 giorni.9 II 10% circa sviluppa un'infezione secondaria.5
Circa il 20-30% dei pazienti ospedalizzati per polmonite richiedono un trattamento intensivo con supporto respiratorio.8 Tali pazienti, rispetto a quelli che non necessitano di terapia intensiva, risultano essere più anziani (età media 66 anni versus 51 anni), ed hanno una maggiore probabilità di avere comorbidità sottostanti (72% versus 37% rispettivamente).10
Come si presenta clinicamente nei bambini?
Nella popolazione pediatrica, le informazioni circa il quadro clinico, il decorso ed i fattori di rischio per lo sviluppo di forme gravi sono al momento limitate. Nella popolazione cinese, solo 2,1% dei pazienti COVID-19 aveva meno di 20 anni, e non è stato riportato alcun decesso al di sotto dei 10 anni di età. Dai dati attualmente disponibili, la sintomatologia nei bambini sembra essere più lieve rispetto a quella sviluppata dagli adulti, la maggior parte dei quali si presentava con febbre, tosse, congestione nasale e rinorrea.11,12 soltanto un caso è esordito con sintomi gastro-enterici ed ha poi sviluppato una forma respiratoria grave.13
Ci sono alcuni parametri di laboratorio alterati in maniera specifica?
Agli esami di laboratorio il reperto più frequente è la linfocitopenia (83%), mentre leucopenia e trombocitopenia si rilevano in un terzo circa dei casi. La maggior parte dei pazienti presenta, inoltre, elevati livelli di PCR. Meno frequenti ma comunque rilevabili sono l'incremento delle transaminasi, dell'LDH e del D-dimero, mentre più rari risultano essere l'incremento di CPK, creatinina e procalcitonina. Tutte queste alterazioni sono generalmente di entità lieve o moderata, ma queste variazioni sono tanto maggiori quanta più grave è il decorso.6
Quali sono i pazienti con un rischio maggiore di sviluppare una forma grave?
I pazienti più anziani e con comorbidità sottostanti presentano un maggior rischio di sviluppare una forma grave di malattia
I pazienti più anziani e con comorbidità sottostanti presentano un maggior rischio di sviluppare una forma grave di malattia. Anche il tasso di letalità, nei pazienti over 60 anni, risulta crescente con l'aumentare dell'età (60-69 anni: 3.6%; 70-79 anni: 8%; 80 anni: 14.8%). I pazienti senza comorbidità presentavano un tasso di letalità dello 0.9%, che cresceva al 10.5% nei pazienti con patologie cardiovascolari, 7% nei diabetici e 6% nei pazienti affetti da ipertensione, cancro e pneumopatia cronica. Fra i pazienti che sviluppavano insufficienza respiratoria, shock settico o MOF il tasso di letalità era del 49%.14
Quale è il ruolo di TC ad alta risoluzione nella diagnosi di questa malattia?
Le esperienze maturate in Cina hanno rilevato che le manifestazioni polmonari possono anticipare la positività del tampone, e talora essere presenti anche nei soggetti senza evidente clinica, per cui il loro riscontro TC può avere un ruolo importante nella diagnosi precoce.
La TC ad alta risoluzione ha un ruolo fondamentale nella diagnosi primaria. Uno studio su 63 pazienti di Wuhan ha mostrato che al pari di altre polmoniti virali, l'impegno della malattia è prevalentemente bilaterale ed il coinvolgimento plurilobare è più frequente dell'interessamento del singolo lobo (44.4% vs 30.2%); le alterazioni a vetro smerigliato (ground glass opacity, GGO) sono molto più frequenti delle consolidazioni parenchimali (85% vs 19%).15
Come cambia il quadro TC a seconda della gravità della malattia?
Nella fase precoce della malattia, si apprezzano lesioni singole di tipo ground glass che con il progredire della patologia aumentano sia in numero che in estensione. Nelle fasi più avanzate della patologia, si assiste ad un incremento delle aree consolidative. Uno studio su 81 pazienti di Wuhan ha provato a suddividere i pazienti in gruppi in base alla distanza temporale tra comparsa dei sintomi ed esecuzione della TC torace.16 In fase subclinica, con paziente asintomatico, prevalevano lesioni ground glass unilaterali, focali o multifocali; nei soggetti sintomatici sottoposti a TC torace alla prima settimana le lesioni apparivano più estese, con prevalenza di GGO e comparsa di componenti consolidative. Erano poco frequenti, invece, le linfoadenopatie (14.4%). I soggetti sottoposti a TC tra la prima e la seconda settimana dai sintomi mostravano un incremento netto delle alterazioni consolidative, ed iniziale ispessimento pleurico.