Uomini e donne manifestano i disturbi psichiatrici in modo diverso?

Nei disturbi psichiatrici sono note molte differenze epidemiologiche di genere. Vale lo stesso anche per le differenze nelle risposte al trattamento?

Depressione e trattamento

Nessuna robusta evidenza degli effetti terapeutici diversi in donne e uomini con DDM

L’ereditarietà del disturbo depressivo maggiore (DDM) è maggiore per le donne rispetto agli uomini.1 Allo stesso modo la prevalenza nel corso della vita è più elevata nelle donne.2 Sebbene la differenza nell’incidenza tra generi diminuisca nelle donne in post-menopausa, la gravità, la durata della malattia e i tassi di recidiva sono generalmente più elevati per le donne, rendendo spesso più grave il loro decorso di malattia. L’efficacia degli antidepressivi nel trattamento del DDM di gravità almeno moderata è ben consolidata.3 Numerose review sistematiche e metanalisi hanno anche valutato se esistano differenze di genere nell’efficacia delle terapie antidepressive, non mostrando alcuna robusta evidenza degli effetti terapeutici diversi nelle donne e negli uomini, né una variazione dell’efficacia correlata allo stato di menopausa nelle donne.4

 

Disturbo bipolare I e trattamento

Le donne con disturbo bipolare I hanno spesso un decorso di malattia più grave rispetto agli uomini

La prevalenza nel corso della vita del disturbo bipolare I è di circa lo 0,6%, pressoché uguale nelle donne e negli uomini. Tuttavia, nonostante la stessa prevalenza, il disturbo bipolare I è eterogeneo, con un’ampia variabilità inter-individuale e la tendenza a mostrare un decorso più grave nelle donne rispetto agli uomini.5 Pertanto, le donne con disturbo bipolare I hanno maggiori probabilità di tentare il suicidio,6 un tasso più elevato di ricoveri ospedalieri7 e maggiori probabilità di manifestare cicli rapidi ed episodi misti,8 entrambi indicativi di un decorso di malattia più grave. Quindi, le donne con disturbo bipolare I hanno spesso una prognosi peggiore di malattia rispetto agli uomini. Tale differenza di genere non può, tuttavia, essere spiegata da alcuna differenza nella loro risposta alla terapia farmacologica per gli episodi maniacali. Una metanalisi che ha riguardato pazienti in mania ha mostrato un’efficacia del trattamento leggermente migliore negli uomini rispetto alle donne, ma tale differenza non ha raggiunto la significatività statistica. Questo effetto era anche indipendente dall’età superiore o inferiore a 47 anni (un valore rappresentativo per lo stato di menopausa) del paziente.

 

Schizofrenia e trattamento con antipsicotici

Gli uomini hanno mostrato una risposta maggiore a placebo rispetto alle donne negli studi condotti sui farmaci antipsicotici

La potenziale differenza negli effetti degli antipsicotici su donne e uomini affetti da schizofrenia è stata valutata usando i dati del database NewMeds,9,10 provenienti da 64 studi che hanno coinvolto 25.900 pazienti, i quali hanno mostrato una migliore risposta al trattamento (confrontando il trattamento attivo con placebo) nelle donne rispetto agli uomini. Tuttavia, questa differenza era attribuibile ad una maggiore risposta a placebo negli uomini, che ha ridotto l’effetto apparente del trattamento quando confrontato con le donne, le quali hanno mostrato una risposta inferiore a placebo. Il motivo di questa differenza di genere non è noto, ma era robusta in studi diversi. Una possibile spiegazione è una maggiore risposta dei pazienti di genere maschile ai cambiamenti (e alle comodità) sociali ed ambientali prodotti dall’inclusione in una coorte di studio (che ha portato ad una migliore risposta a placebo). Tutti questi risultati meritano ulteriori approfondimenti, in modo da poter personalizzare sempre di più i trattamenti per i singoli pazienti.

Our correspondent’s highlights from the symposium are meant as a fair representation of the scientific content presented. The views and opinions expressed on this page do not necessarily reflect those of Lundbeck.

References

1. Kendler KS et al. Am J Psychiatry 2018;175(11):1137-44

2. Kessler RC et al. J Affect Disord 1993;29(2-3):85-96

3. Jakobsen JC et al. BMC Psychiatry. 2017 Feb 8;17(1):58

4. Sramek JJ et al. Dialogues Clin Neurosci 2016;18(4):447-57

5. Grande I et al. Lancet 2016;387(10027):1561-72

6. Schaffer A et al. Aust N Z J Psychiatry 2015;49(9):785-802

7. Ragazan DC et al. J Affect Disord. 2019;256:183-91

8. Diflorio A, Jones I. Int Rev Psychiatry 2010;22(5):437-52

9. https://www.newmeds-europe.com/en/news.php

10. Rabinowitz R et al. J Clin Psychiatry 2014;75(4):e308-e316